mercoledì 6 marzo 2013

Pescara Calcio... dalla A di Zeman alla B di Bucchi


Come confessato al cugino Nanninà GioGio, le sue sortite, contornate da nuovo diario di viaggio, risvegliano in me la voglia di rimettermi a scrivere (anche se affannosamente) qualche pensiero disordinato. Voglio quindi proprio ripartire da lui e dalla trasferta pescarese del gruppo ZEMANIANO.
Sembra passata una vita dal 26/05/2012, ultima di campionato di serie B, Pescara - Nocerina 1-0 (Maniero). Il Pescara è in A, e lo è da capolista, avendo anche espresso per tutto l'anno un calcio con la Z maiuscola . Tifo da Maracanà (anche meno) , entusiasmo e folklore inediti, colori e bandiere in pochi mesi sono clamorosamente estinti. Gli striscioni si sono trasformati in annunci mortuari, gli olè in buu e i FREGHETE (cit. Looka Mastrangelo) in NGUL A MAMMETE.
Il Delfino si è trasformato in uno Scorfano: Zeman nella capitale, Verratti al PSG, Ciro al Genoa e Insigne al Napoli, sono stati rimpiazzati da  poco più che controfigure, stuntman.
E quando si è capito che in riva all'adriatico si rischiava di fare solo figure di merda, i tecnici hanno cominciato persino a rifiutarsi di venire. A seguito degli esoneri di Stroppa e Bergodi, grandi ex del club biancazzurro (da Gasperini MENOMALE! a Rossi da Galeone a Giampaolo) hanno recitato un NON SUM DIGNUS che fa capire l'aria che tira.
Bandiera bianca dunque e squadra in mano a Bucchi (tecnico della primavera). Spero di sbagliarmi ma ha tutta l'aria di un Caron Dimonio che traghetta la squadra dal limbo del penultimo posto alla serie B. Le scelte della società hanno sicuramente influito sul patatrack, ma i numeri (non vorrei sembrare Sconcerti... che Francesco Piccirilli mi perdoni) e la storia forniscono una parziale giustificazione al fenomeno: nella classifica perpetua delle 62 squadre che hanno militato nella serie A italiana, il Pescara è al 52°posto. Nelle 5 stagioni di massima serie il Delfino ha raccimoltato appena 27 vittorie ed una differenza reti di -109.
Le cifre non lasciano dubbi. Non basta una promozione per ribaltare la storia. Per fare il salto ci vorranno soldi, cultura e anni. D'altronde come il Milan è a suo agio nei palcoscenici d'Europa, cosi il Pescara è a suo agio in palcoscenici di B. C'è ancora molta più attesa tra i tifosi nel dover incontrare l'Ascoli, il Chieti e la Sambenedettese, che non l'Udinese, il Chievo o la Fiorentina. Possiamo quindi forse vedere il bicchiere mezzo pieno, l'anno scorso si è arrivati al massimo, si è vinto un "mondiale", ora si torna a casa nostra, a passare i prossimi anni in attesa di vincerne un altro.

Nessun commento:

Posta un commento